Pulcinellesco

Di e con Valerio Apice

in collaborazione con il Museo Internazionale della Maschera Amleto e Donato Sartori

Testo di Valerio Apice

Consulenza letteraria Giulia Castellani

Prologo Eugenio Barba

Maschere Sarah Sartori

Burattino Gaspare Nasuto

Video in scena Tommaso Scorteccia

Luci Luca Berettoni

Costumi Luciana Strata

Canzoni e arrangiamenti Valerio Apice e Salvatore Familiari

Pulcinellesco è un monologo scritto per la maschera, per le maschere che Valerio Apice indossa in scena. Quattro diversi personaggi raccontano l’eterna storia di Pulcinella: servo irriverente, figlio disubbidiente, trasgressore vittima del potere, ma forza vitale in grado di risollevarsi e rinascere, sullo sfondo di una Napoli che svela la sua crudeltà e la sua bellezza.

I ritmi popolari, la poesia in musica, lo sberleffo, il grottesco del gesto e della parola racchiudono il ventennale lavoro di Valerio Apice e la sua originale interpretazione della Commedia dell’Arte.

Valerio Apice, autore-attore, alterna prosa, poesia, canzoni, in un ritmo serrato in cui lo spettatore è giocosamente coinvolto. Con l’ausilio del video in scena, della tecnica d’improvvisazione, della recitazione cantata, Pulcinellesco vuole essere un omaggio a quelle compagnie di teatranti girovaghi, professionisti della scena, che Sergio Tofano ricorda nel suo libro “Il teatro all’antica italiana”. Apice ci porta in viaggio attraverso una tradizione napoletana ricca di contaminazioni e reinvenzioni.

Le maschere dello spettacolo sono state realizzate dalla Famiglia Sartori e la maschera di Pulcinella è stata creata sulla matrice in legno che Amleto Sartori ideò per Eduardo De Filippo e dal 1958 non più rifatta.

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